“L'opinione di Bergoglio è molto chiara…”. Davvero?! Beati voi. Beati quelli che vivono di certezze. Devo confessarlo: provo una profonda invidia per quelli che vivono di certezze! Io non ho avuto “il dono della fede”, purtroppo. Sono agnostico. E come tale sono sempre preda del dubbio e cerco sempre di capire, di analizzare, di puntualizzare e così via. Ma io invidio sinceramente i credenti, di qualunque religione essi siano.
Se domani scoprissi di
avere una brutta malattia che in breve tempo mi porterà alla morte, avrei
sicuramente tutti i motivi per sentirmi quanto meno triste. La mia avventura
terrena si concluderà a breve e…puff… Augusto non esiste più. Immaginate come
mi sentirei, non voglio dire felice, ma sicuramente meglio, se fossi convinto
che un attimo dopo sarò nel Regno dei Cieli, vestito di solo spirito o se fossi
convinto che nell’aldilà ci sono quaranta vergini che mi aspettano e così via.
Ma, purtroppo, io non sono credente. E invidio, e rispetto chi crede. In qualsiasi
cosa creda. E pretenderei lo stesso rispetto. E purtroppo, invece, non sempre è
così. Quando in nome della “tua” fede, qualunque essa sia, limiti la libertà
degli altri, compresi i non credenti… nasce un’anima bella, che è una delle
categorie più pericolose del genere umano.
Non molti anni fa, in un
periodo di cicliche discussioni sui diritti civili, a proposito dell’eutanasia,
il solito Onorevole, sincero cattolico, sposato, divorziato, risposato con
figli da entrambi i matrimoni e… poi non seguo più gli sviluppi, andava
ripetendo, come un Karma, in tutti i talk show e nelle interviste che “la vita
è un bene indisponibile”. Il risultato paradossale di questo enunciato (da
cattolico) è che la mia vita non è nelle mie disponibilità. Ma è nelle disponibilità
di quell’Onorevole e dei suoi confratelli, che può liberamente legiferare sulla
“mia” vita, sul “mio” diritto a morire degnamente, a scegliere liberamente se e
come procreare, abortire, chi sposare e così via. Ovviamente, come sempre, il
problema non si pone se ho soldi per andare a fare queste cose all’estero.
Da chi ha così
incrollabili certezze, e magari anche pratica delle parole di Sua Santità, mi
piacerebbe sapere se, e in quale occasione, con quali parole, Sua Santità ha
detto che le inaudite “sofferenze” delle mucche, che ci sono “in un bicchiere
di latte”, sono sullo stesso piano e hanno lo stesso valore che ci sono nelle
inaudite sofferenze di un bicchiere di latte inesorabilmente vuoto, e delle conseguenti,
inaudite sofferenze delle centinaia di milioni di bambini che si ammalano,
anche, per quel bicchiere di latte vuoto. Ecco, a parte l’amore cosmico per il
Creato e tutte quelle belle cose lì, mi piacerebbe sapere, nello specifico.
Stimo e amo profondamente Papa Bergoglio. Mi verrebbe voglia di diventare
cattolico non fosse altro per dimostrargli la mia stima e il mio affetto per
lui che, diciamocelo, è stato un vero e proprio colpo di genio del Conclave, in
un momento in cui la Chiesa arrancava. Ma sono così convinto della sua umanità
che, ne sono certo, nemmeno in sogno metterebbe sullo stesso piano queste due
inaudite sofferenze!
“…Credo occorra equilibrio
e buon senso nell'ascoltare e nel fare. Ma anche nel dire…”. Cara amica, parole
sante! E, a proposito di equilibrio e buon senso…
Una cara amica,
sinceramente convinta delle sue idee, è stata per anni a un passo dal diventare
un’anima bella. Per fortuna, grazie a lunghe chiacchierate, e al passare degli
anni e alle difficoltà della vita… insomma, oggi vive felicemente nel mondo
reale. Ma una venatura di amore cosmico e tutte quelle belle cose lì le è
rimasta e allora, quando ha deciso di voler adottare un gattino, si è rivolta
all’E.N.P.A. – Ente Nazionale Protezione Animali. Insieme al gattino le hanno
consegnato uno stampato che sarebbe bello poter leggere e analizzare punto per
punto. Ma in questo poco spazio non è possibile. Vi riporto solo qualche punto
che mi pare interessante:
Punto 2 – Giocate a “acchiappa il gatto”. Anche
se siete stanchi, dopo una lunga giornata piena di impegni non dimenticate che
il vostro amico vi aspetta per divertirsi un po’ con voi. Assecondatelo quindi.
Se vedete che vi corre incontro e poi scappa via con la coda ben dritta e
orizzontale vuol dire che desidera essere inseguito. Dedicatevi
all’inseguimento del gatto ma attenzione: fate finta di non riuscire mai a
prenderlo. Si sentirà forte e imbattibile e in questo modo si sentirà obbligato
a chiedervi la rivincita.
Punto 5 – Raccontategli le vostre giornate. Il
vostro gatto, infatti, è in grado di capire quello che dite. Non potrà certo
rispondervi ma sarà in grado di rendersi conto se avete bisogno del suo aiuto o
meno. Se si accorgerà che siete stanchi e depressi passerà la sera con voi, davanti
alla televisione, facendo le fusa e scaldandovi con il suo corpo; se invece vi
sentirà pieni di energia, contenti e soddisfatti allora vi metterà alla prova
sfidandovi ancora una volta al gioco “acchiappa il gatto”.
Punto 9 – Leggetegli “Il libro dei gatti tuttofare”
di Elliot e fategli sentire almeno una volta al mese qualche brano della
colonna sonora del musical Cats. I gatti sono molto legati alle loro tradizioni
e alla loro cultura felina. Già che ci siete per farlo contento potete anche
prendere a noleggio la videocassetta degli Aristogatti della Disney. Un vero e
proprio cult.
Punto 10 – Attenzione a non fare tardi. Se siete
stati fuori casa tutto il giorno per lavoro e alla sera avete un appuntamento a
cui non potete mancare, il vostro gatto non vi chiederà mai di rinunciarvi per
stare in casa con lui, ma ci terrà che voi non facciate tardi. Se rientrerete a
casa entro la mezzanotte il vostro gatto vi riempirà di fusa ma se passerete le
due preparatevi ad essere svegliati nel cuore della notte per giocare con lui a
“acchiappa il gatto”!
Punto 11 – Non tenete mai lo stereo troppo alto. I
gatti amano la musica, ma deve essere usata come sottofondo, preferibilmente
classica (Mozart, Chopin, Schubert i compositori preferiti) jazz o canzoni
d’autore. Niente Red Hot Chili Peppers a tutto volume quindi. Potrebbe
infastidirsi e nascondersi sotto il letto per ore.
Per carità di Patria mi
fermo qui, e mi limito a riportare solo un altro brano, di questo stampato:
“Infine ricordate che per
venti anni dovrete badare a lui, curarlo, amarlo e non abbandonarlo alla prima
difficoltà.”.
Non si finisce mai d'imparare. D’improvviso ti accorgi che perfino da una lettura del genere si può
imparare qualcosa e allargare i propri orizzonti. Devo confessare la mia
ignoranza: nemmeno immaginavo che i
gatti avessero delle tradizioni e una propria cultura felina, delle quali sono
orgogliosi. Ma chi l’avrebbe mai pensato!
Chissà se Papa Bergoglio
ha mai posseduto un gatto. Sicuramente no. E’ impossibile. Non ne avrebbe avuto
il tempo, lui che ama circondarsi di poveri, che passava intere giornate nei
sobborghi e nelle zone più povere del paese. Sarò presuntuoso, ma sono certo
che Papa Bergoglio non mette sullo stesso piano, e non dà lo stesso valore,
alle inaudite sofferenze che ci sono in un bicchiere di latte pieno e in un
bicchiere di latte che dovrebbe essere pieno e che, invece, è inesorabilmente
vuoto.
“…Credo occorra equilibrio
e buon senso nell'ascoltare e nel fare. Ma anche nel dire…”. Cara amica, parole
sante!
©Augusto Novali
Maggio 2016
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